Pannelli isolanti ecologici

La bioedilizia non è certo una novità. Lo è invece l’utilizzo sempre più frequente di materiali vegetali nelle costruzioni. Parliamo per esempio di lana di legno pressata , o in fibre stabilizzate con magnesite o cemento, sughero in grani o agglomerato. E poi canapa, juta, cocco, cellulosa e lino. 
Tutte materie tipicamente impiegate come soluzioni alternative nell’isolamento termoacustico degli edifici
I vantaggi della scelta vegetale sono evidenti e facili da spiegare. Prima di tutto, un buon isolante a base di piante non ha nulla da invidiare ai tradizionali materiali di origine petrolchimica, come il diffusissimo eps (polistirene espanso sintetizzato), spesso utilizzato per coibentare le intercapedini. In più, questi materiali naturali, in uso fin  dall’antichità, assicurano un notevole livello di benessere ambientale all’interno della casa.
La loro elevata densità, facile lavorabilità, la posa rapida e pulita e l’atossicità li rendono ideali, in un’ottica di efficacia e sostenibilità. Perché tutti ciclo della loro vita è ecologico: dalla produzione alla posa fino allo smaltimento. Tanto per cominciare si tratta di materiali leggeri che non imputridiscono e non vanno soggetti all’attacco biologico dei microorganismi. Poi, una volta dismessi si smaltiscono come normali rifiuti
Ma c’è un aspetto in più da considerare: in quanto sottoprodotti di altre lavorazioni, molti di questi materiali sarebbero destinati alla discarica. Impiegandoli nell’edilizia, si ottiene quindi un doppio risultato. Si evitano i costi di smaltimento e quelli per fabbricare omologhi prodotti di sintesi. E si utilizza una materia organica in sintonia con l’ambiente. Anche la produzione qui è infatti ecologica. Gli isolanti naturali derivano  direttamente dai vegetali. Senza bisogno  di aggiungere chimiche né di particolari lavorazioni.


I vantaggi
come tutte le materia vegetali sono traspiranti, cioè smaltiscono l’umidità sotto forma di vapore. Tradotto: non danno origine a quelle fastidiose condense che alla lunga danneggiano le strutture dell’edificio, e garantiscono un’aria più salubre in casa. Poi c’è da considerare la conduttività ovvero l’indice che misura la capacità di isolare dal caldo e dal freddo: più è bassa più il prodotto è performante. 
Gli isolanti vegetali sono caratterizzati da conduttività esigue, con valori compresi solitamente tra lo 0,038 e lo 0,13 W/mK (watto per metro Kelvin, l’unità di misura dell’isolamento).
Infine la resistenza al fuoco, resa possibile da specifici trattamento a norma di legge. Per i materiali vegetali è buona. Inoltre, in caso di incendio queste sostanze sono meno pericolose di quelle sintetiche, perché non rilasciano gas tossici.


Classificazione anti-fuoco
Tutti i materiali vegetali impiegati per l’isolamento termo-acustico presentano lo svantaggio di essere infiammabili. Esistono però degli speciali trattamenti – che i produttori sono tenuti naturalmente ad apportare – che rendono questi isolanti auto-estinguenti. Ovvero: qualora entrino in contatto con le fiamme, faticano a prendere fuoco.  A regolamentare tale aspetto è la norma europea Uni En 13.501.1 del 2009, che classifica i prodotti e le tecnologie per la costruzione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco. I materiali isolanti vengono così suddivisi in sette classi, dalla A1 alla F. Da quelli praticamente incombustibili fino a quelli più sensibili alle fiamme.



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